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venerdì 26 ottobre 2007

Sabato 27 - Il lato oscuro della Turchia

Questo documentario nasce prima di tutto dall’esigenza di testimoniare la situazione delle comunità curde che vivono nelle baraccopoli delle grandi metropoli turche dell’ovest, baraccopoli frutto della migrazione forzata che durante gli anni ’90 ha costretto milioni di persone a fuggire dai propri villaggi d’origine nel sudest. Migrazione che non ha alla sua base ragioni economiche, ma precise responsabilità politiche.


Gececondu. Il lato oscuro della Turchia ( 60’ )

Documentario-inchiesta sulla situazione delle baraccopoli curde ad Istanbul (o Gecekondu: “abitazioni nate in una notte”) e degli interessi economico-speculativi e politico-culturali alla base del nuovo piano urbanistico che prevede lo smantellamento di queste ultime - ad Istanbul come nelle altre metropoli turche - per far posto a nuovi centri residenziali.
A partire dal febbraio del 2007, secondo i piani di riqualificazione urbanistica decisi dalle autorità politiche del Paese, è iniziato infatti il processo di sgombero delle baraccopoli curde sparse nelle grandi metropoli turche, per fare posto ai nuovi e “riqualificati” centri residenziali destinati ai cittadini turchi di Istanbul.
In base a tali piani, l’intera area di Istanbul riservata ai Gecekondu è destinata ad essere evacuata per lasciar posto a nuove e più “consone” abitazioni per i ceti medio-alti della società civile turca. Da sempre infatti, nell’ideologia ufficiale promossa dal governo e dai mass media del Paese, i Gecekondu sono considerati vere e proprie riserve di criminalità e sovversione, centri di potere deviato dove cova l’illegalità ed il dissenso verso il mainstream ufficiale.
In realtà, dalle numerose missioni compiute, dalle differenti realtà incontrate, dai racconti della gente del posto, dalle interviste fatte alle varie associazioni, partiti politici, organizzazioni per i diritti umani e realtà locali, istituzionali e non, si tratta ne più ne meno di luoghi di disagio, di disperazione ma anche di resistenza: spazi di “riproduzione” delle dinamiche sociali e culturali di quelli che erano un tempo i villaggi di provenienza di queste persone nel sudest del Paese, distrutti ed evacuati dall’esercito turco in seguito alle attività contro la guerriglia del PKK.
Riproposizione di spazi, quindi, che per quanto precari e difficili da vivere dal punto di vista abitativo, sanitario ed occupazionale, quindi economico, avevano il merito di riprodurre lo stile di vita comunitario e di assicurare un’economia di sussistenza fondata sull’agricoltura, sull’allevamento, su piccole produzioni artigianali e su lavori da ambulanti, ecc. Una economia comunitaria di sussistenza che, per quanto “misera”, permetteva a queste persone di sostenersi economicamente e “culturalmente” in un ambiente totalmente sradicato rispetto alla propria cultura e alle proprie tradizioni.
A questo proposito sono state intervistate le principali realtà politiche, urbanistiche ed economiche coinvolte nel piano, ma anche le realtà per così dire "amiche", che si battono per la salvaguardia dei diritti dei curdi di queste baraccopoli. Sullo sfondo la storia di un ragazzo di una di queste baraccopoli, Ayazma, che da Istanbul ripercorre fino a Cizre (Kurdistan turco) il tragitto all’inverso della propria famiglia, costretta alla fine degli anni ’80 a fuggire dal proprio villaggio d’origine per sfuggire alla repressione dell'esercito turco.



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